Entrare in un insediamento di rifugiati in Uganda significa fare un passo verso la speranza. Le case si affiancano orgogliosamente a quelle delle comunità ospitanti, a testimonianza di ciò che accade quando si investe con consapevolezza, garantendo comunque agli sfollati un determinato grado di sicurezza in mezzo alle crisi.
Il WFP raggiunge 1,4 milioni degli 1,5 milioni di rifugiati presenti in Uganda, con assistenza alimentare attiva e interventi di sostentamento. Eppure i finanziamenti sono ai minimi storici.
Il WFP si rivolge a tutti i 13 insediamenti nelle comunità ospitanti dell’intera Uganda, il paese con meno risorse in Africa orientale.
Una risposta sostenibile ai rifugiati si fonda sulle persone che aprono il proprio cuore, la propria casa e il proprio Paese ai più vulnerabili.
In Uganda, paese con la più alta popolazione di rifugiati in Africa, le persone in fuga da conflitti e crisi climatiche trovano un luogo dove possono guarire e ricostruire le proprie vite.
La politica sui rifugiati è inclusiva e progressista, ma le crescenti crisi hanno portato a una diminuzione delle risorse.
In linea con gli impegni internazionali, come quelli stabiliti nella Convenzione di Kampala, per affrontare le cause profonde dello sfollamento – inclusi gli impatti climatici – e per fornire ai rifugiati il sostegno di cui hanno bisogno per sopravvivere alle crisi e sviluppare autosufficienza, la risposta può essere sostenibile solo se si concentrerà sull’adattamento climatico.
Deve cioè preparare i rifugiati e le comunità ospitanti a preservare l’ambiente e ad adattarsi ai repentini cambiamenti climatici.
Investire nelle energie rinnovabili garantisce ai rifugiati l’accesso a combustibili puliti che preservano la loro salute e l’intero ambiente.
È altresì importante coltivare la cultura della salvaguardia dei sistemi alimentari, assicurandosi al tempo stesso che i rifugiati e le comunità ospitanti siano entrambi inclusi nei processi decisionali che influiscono sul loro ambiente e sulle loro vite.
Fonte: WFP.org
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