Dopo il lockdown e la crisi economica in conseguenza della guerra in Ucraina, i pasti scolastici hanno registrato una forte ripresa ed oggi raggiungono un numero record di giovani studenti sparsi in tutto il mondo.
Eppure, anche se molti governi rafforzano costantemente il loro impegno, alcuni dei più poveri faticano ad ottenerli.
I finanziamenti dei donatori sono frammentari e l’obiettivo che nel 2030 ogni giovane studente riceva almeno un pasto durante i giorni di scuola rimane ad ora un miraggio.
Il 18 ottobre, a Parigi, si terrà il primo incontro internazionale della School Meals Coalition: un vertice di due giorni che riunisce rappresentanti di 55 paesi e attori chiave della coalizione, compreso il Programma alimentare mondiale (WFP).
“Il dibattito di Parigi riguarderà la possibilità ampliare i programmi per raggiungere tutti i bambini del mondo”, afferma Carmen Burbano, direttrice dell’Unità di alimentazione scolastica del WFP.
Per i paesi più poveri, che lottano per soddisfare le massicce richieste di sviluppo con budget ridotti, “non abbiamo ancora la soluzione finanziaria in grado di affrontare la sfida”, afferma Burbano.
Queste e altre questioni saranno discusse questa settimana attraverso la Coalizione, una rete nata due anni fa che è cresciuta fino a comprendere più di 90 stati membri e oltre 100 organizzazioni partner.
Rompere il ciclo della fame
Oggi le autorità stanno stanziando miliardi di dollari in più per i pasti scolastici rispetto a pochi anni fa: solo i paesi a basso reddito hanno visto un aumento della spesa del 15%.
Circa 418 milioni di scolari in tutto il mondo ora beneficiano dei pasti scolastici: 30 milioni in più rispetto ai giorni pre-COVID-19. Ma ad altri milioni di persone viene ancora negato l’accesso, il che richiede grandi sforzi per realizzare l’obiettivo della Coalizione per il 2030 di nutrire tutti i 724 milioni di studenti che ne hanno bisogno.
“Se fossi il Primo Ministro, darei da mangiare ai bambini tre volte al giorno: prima che inizino le lezioni, durante la pausa e dopo la scuola, prima che tornino a casa”, dice Solomon, un giovane studente di Haiti. “Perché quando tornano a casa, potrebbero non trovare cibo e passare l’intera giornata affamati”.
Studenti come Solomon sono tra i 20 milioni di bambini che consumano i pasti scolastici del WFP in 74 paesi – in programmi in cui i governi sono i principali promotori.
I pasti scolastici sostengono altri settori come agricoltura, salute e istruzione, con un rendimento di 9 dollari per ogni dollaro investito.
Fonte: wfp.org
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